Insegnare questo periodo storico attraverso storie qualitative offre un’opportunità unica per connettere gli studenti con le esperienze umane che si celano dietro le statistiche e gli eventi. Invece di iniziare con cifre e date, potremmo immergerci nelle voci di individui che hanno vissuto quel tempo. Immagina di aprire la lezione condividendo un estratto del diario di Anna Frank, o il racconto toccante di un sopravvissuto che ricorda la perdita dei propri cari. Queste narrazioni personali hanno il potere di umanizzare la storia, rendendola più tangibile e significativa per i giovani. Attraverso le storie qualitative, gli studenti possono sviluppare un’empatia più profonda e una comprensione più sfumata delle complessità della Shoah. Possiamo esplorare le motivazioni, le paure e le speranze di coloro che sono stati perseguitati e di coloro che hanno resistito. Questo approccio permette di andare oltre la semplice memorizzazione di fatti, incoraggiando la riflessione critica e la discussione sulle implicazioni morali e sociali di questo capitolo della storia umana.
Utilizzare testimonianze dirette, lettere, fotografie e persino oggetti personali può trasformare l’aula in uno spazio di ascolto attivo e di connessione emotiva. In questo modo, la Shoah non sarà percepita come un evento lontano e astratto, ma come una realtà fatta di esperienze umane concrete che ci interrogano ancora oggi sul valore della dignità, della tolleranza e del rispetto per ogni individuo.
Enzo Sereni. Una storia da insegnare
La storia di Enzo Sereni è estremamente importante. Per iniziare deve essere sottolineato come la sua vita sia stata un crocevia di ideali, coraggio e un profondo impegno per la sua comunità e per l’umanità. Non è solo un pezzo di storia del sionismo o della Seconda Guerra Mondiale, ma un esempio potente di come un individuo possa agire con convinzione di fronte a sfide enormi. Potremmo presentarlo come un intellettuale, un pioniere, un diplomatico sotto copertura e, infine, un martire. Questa molteplicità di ruoli rende la sua storia particolarmente coinvolgente per gli studenti, offrendo spunti di riflessione su temi come l’identità, l’appartenenza, la resistenza e il sacrificio.
Un possibile approccio potrebbe essere quello di iniziare con una domanda stimolante: “Cosa spinge una persona a lasciare una vita tranquilla per dedicarsi a una causa, fino al punto di sacrificare la propria vita?“. Questo potrebbe accendere la curiosità degli studenti e prepararli a scoprire il percorso straordinario di Enzo Sereni. Successivamente, si potrebbe delineare brevemente il contesto storico in cui visse: l’ascesa del fascismo in Italia, la crescita del movimento sionista, lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale e la tragedia della Shoah. Inserire la storia di Enzo Sereni in questo scenario più ampio aiuterà a comprendere le motivazioni e il significato delle sue azioni. Infine, si potrebbe anticipare brevemente alcuni degli aspetti più salienti della sua vita che verranno approfonditi: la sua formazione, la sua partenza per la Palestina britannica, il suo lavoro nel kibbutz, le sue missioni clandestine e il suo tragico destino.
Nella presentazione si vuole presentare Enzo Sereni non solo come una figura storica, ma come un essere umano con passioni, ideali e un forte senso di responsabilità, la cui storia continua a essere estremamente rilevante oggi.

In cammino con Fausta contro l’indifferenza. Da Ravensbrück a Vimercate
L’Istituto comprensivo “Don Milani” di Vimercate (MB) e la III° C della scuola secondaria di I° grado “Don Zeno Saltini” istruiti e coordinati dalla prof.ssa Amelia Schilirò, hanno narrato la storia di Fausta Finzi dal titolo “In cammino con Fausta contro l’indifferenza. Da Ravensbrück a Vimercate” . La classe ha realizzato un E-book molto importante in cui sono stati inseriti molti documenti originali, narrazioni e fotografie di grande rilievo. Il libro è inoltre ricco di molti riferimenti bibliografici e sitografici. Gli alunni e la docente hanno dato molto risalto sia alla storia qualitativa che alla dimensione geostorica. Il libro si conclude con un bellissimo video in cui gli alunni rendono omaggio a Fausta Finzi davanti la Pietra di Inciampo, deponendo dei fiori. Questo elemento può essere di grande aiuto e supporto ai docenti che vogliono creare un E-book con lo stesso approccio formativo

Gli ebrei di Saint Martin Vésubie
Il destino degli ebrei di Saint Martin Vésubie durante la Seconda Guerra Mondiale è una pagina complessa e tragica dove troviamo anche momenti di resistenza e solidarietà. Affrontare questo argomento in classe è molto importante e innovativo ma bisogna considerare alcuni eventi storici del contesto. Il contesto ovvero la Francia sotto occupazione e la sua divisione in una zona occupata dai tedeschi e una “zona libera” sotto il regime di Vichy le cui politiche antisemite avevano promulgato le leggi razziali con il conseguente internamento di migliaia di ebrei. La successiva occupazione italiana (novembre 1942) delle Alpi Marittime, inclusa Saint Martin Vésubie. In questa fase, le autorità italiane si rifiutarono di consegnare gli ebrei (anche stranieri) ai nazisti rendendo la zona una sorta di rifugio relativamente sicuro per migliaia di ebrei che infatti, in fuga dalla persecuzione nazista e da Vichy, si riversarono a Saint Martin Vésubie. Essi poterono avere una vita quasi normale, anche se con registrazioni. L’armistizio italiano e l’arrivo dei tedeschi. Dopo l’8 settembre 1943 la zona divenne di occupazione tedesca e dunque si iniziò subito la caccia agli ebrei per deportarli. Molti ebrei, spinti dalla disperazione e dall’imminente pericolo, tentarono una fuga disperata attraverso le montagne verso il Colle di Fenestre e il Colle della Cerise, verso l’Italia. Purtroppo, molti di coloro che erano riusciti a fuggire in Italia, furono lasciati nelle mani dei nazisti che li aspettavano al confine Francia – Italia. Essi furono internati nel campo di Borgo San Dalmazzo (Cuneo) da dove furono deportati ad Auschwitz.
Punti chiave per l’insegnamento:
- Il ruolo ambiguo dell’Italia: Spiegare che, sebbene l’Italia fosse un alleato della Germania nazista, la sua politica verso gli ebrei nella zona di occupazione francese fu inizialmente di protezione, creando una temporanea “oasi di pace”. Ma successivamente, dopo l’8 settembre, l’esercito italiano andò allo sbando e non si curò più dei perseguitati ebrei. Di fatto questo causò l’arresto e la deportazione degli ebrei a Borgo San Dalmazzo.
- L’importanza della memoria: I monumenti, le testimonianze e la “Marche de la Memorie” sono strumenti vitali per non dimenticare ciò che è accaduto. Sia a Borgo San Dalmazzo che a Saint Martin Vésubie ci sono associazioni e memoriali molto attenti a conservare questo evento storico.
La storia degli ebrei di Saint Martin Vésubie è un potente esempio sulle complessità della Seconda Guerra Mondiale e delle diverse fasi della Shoah. Qui di seguito è stata messa a disposizione una presentazione completa sulle diverse fasi di questa storia in cui sono state inserite delle questioni per eventuali discussioni in classe.

Le storie qualitative con i documenti digitali
Per insegnare la Shoah in modo efficace e coinvolgente, l’utilizzo di documenti digitali offre opportunità straordinarie. Permette di accedere a un’immensa quantità di risorse autentiche e di presentare la storia in modi interattivi. Ecco un approccio strutturato: Vantaggi dell’utilizzo di documenti digitali per la Shoah:
- Accessibilità globale: Musei, archivi e istituzioni di tutto il mondo hanno digitalizzato le loro collezioni, rendendole disponibili a un pubblico vasto, superando barriere geografiche e di orario.
- Interattività e coinvolgimento: Le piattaforme digitali permettono di creare percorsi personalizzati, mappe interattive, linee temporali, quiz e attività collaborative, aumentando l’interesse e la partecipazione degli studenti.
- Diversità di prospettive: Si possono facilmente consultare documenti da punti di vista diversi (vittime, perpetratori, Giusti tra le Nazioni, testimoni), offrendo una comprensione più ampia degli eventi.
- Sviluppo di competenze critiche: L’analisi di fonti primarie digitali insegna agli studenti a valutare l’attendibilità delle informazioni, a contestualizzare i dati e a sviluppare il pensiero critico.
- Aggiornamento continuo: Le risorse digitali possono essere aggiornate e arricchite con nuove scoperte o testimonianze.
Come integrare i documenti digitali nell’insegnamento:
- Fornire un contesto storico.
- Curare la selezione: Scegliere i documenti più significativi all’apprendimento.
- Guidare l’analisi: Domande guida e contestualizzazione.
Attività pratiche
- Creazione di linee temporali interattive: Gli studenti possono aggiungere eventi, foto e testimonianze.
- Mappe narrative: Usare strumenti come Google Earth o ArcGIS StoryMaps per creare percorsi sulle vite delle vittime.
- Analisi comparativa di documenti: Dividere la classe in gruppi e assegnare documenti diversi da analizzare e presentare.
- Discussioni: Utilizzare documenti per stimolare discussioni su scelte morali e dilemmi etici affrontati durante la Shoah.
- Testimonianze orali e video:
- Fotografie e Album fotografici:
- Documenti testuali. Diari e lettere; Documenti ufficiali; Giornali dell’epoca; Mappe e dati geografici; Mappe interattive dei ghetti, dei campi di concentramento e sterminio, delle deportazioni; Audio.
Qui di seguito è stata realizzata una presentazione interattiva dove è possibile rintracciare alcune storie qualitative attraverso i documenti originali digitalizzati. Tale attività in classe può illustrare come usare i documenti in classe per uno studio di caso.

Isacco Alcanà. Una storia nella Shoah
La storia della Shoah attraverso la storia qualitativa di Isacco Alcanà di Rodi aggiunge elementi storici e geopolitici di grande importanza. La sua vicenda personale offre una prospettiva concreta e umana sulle dinamiche della persecuzione e dello sterminio, permettendo agli studenti di connettersi con gli eventi. Chi era Isacco Alcanà? Isacco Alcanà (spesso citato anche come Itzhak o Isaac Alchanan) era un ebreo originario di Rodi, un’isola del Dodecaneso (all’epoca sotto sovranità italiana). La sua storia è particolarmente significativa perché Rodi aveva una comunità ebraica secolare, i Romanioti, che viveva lì da oltre 2000 anni. Questa comunità fu quasi interamente annientata durante la Shoah. Egli fu tra i circa 1.700 ebrei di Rodi (e Kos, un’altra isola del Dodecaneso) che furono arrestati dai nazisti il 23 luglio 1944 (dopo l’occupazione tedesca dell’isola) e deportati. Questo avvenne in un periodo in cui la Shoah era già ben avanzata, eppure le deportazioni continuarono fino alla fine della guerra, anche da luoghi apparentemente remoti come Rodi. Isacco e la sua numerosa famiglia, fu costretto a un viaggio infernale, prima via nave verso il continente greco (Atene), poi in treno, nei vagoni bestiame, fino al campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau. Lui, come la quasi totalità della comunità ebraica di Rodi, fu assassinato nelle ultime fasi della guerra.
Come insegnare la Shoah attraverso la sua storia
Ecco un percorso didattico che puoi seguire: Introduzione a Rodi mostrando Rodi su una mappa, spiegando la sua posizione strategica e la sua storia millenaria. La comunità ebraica di Rodi era una comunità fiorente e antica dove vivevano i Romanioti, che parlavano il ladino (giudeo-spagnolo) e avevano una cultura unica. Importante mostrare le immagini della sinagoga “Kal Shalom” e del quartiere ebraico di Rodi prima della guerra (Yad Vashem).
Le leggi razziali e l’occupazione tedesca
- Le Leggi Razziali italiane (1938). Le leggi razziali fasciste limitarono i diritti degli ebrei.
- L’occupazione tedesca (settembre 1943) dopo l’armistizio dell’Italia (8 settembre 1943), che segnò l’inizio della fine per la comunità ebraica.
- La Soluzione finale raggiunse anche questa isola nel Mediterraneo.
L’arresto e la deportazione di Isacco Alcanà (e della comunità). Il 23 luglio 1944, quando gli ebrei di Rodi e Kos furono radunati con un pretesto ingannevole. Furono costretti a stare in condizioni disumane durante il trasporto: prima stipati sulle navi da Rodi al Pireo (Grecia), poi caricati sui treni merci in condizioni terrificanti, senza cibo né acqua, per un viaggio di circa 2 settimane attraverso i Balcani fino ad Auschwitz. Utilizzare mappe interattive (Google Earth) per tracciare il percorso della deportazione. L’arrivo ad Auschwitz-Birkenau significò la selezione immediata, le camere a gas per la maggior parte, la schiavitù e la morte per fame, malattie o stenti per i pochi selezionati per il lavoro. La fine della comunità di Rodi. Solo 150 ebrei di Rodi sopravvissero alla Shoah, su circa 1.700. La quasi totalità della comunità fu annientata.
Documenti digitali e risorse utili. CDEC (Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea) di Milano. Ci sono importantissime risorse sulla Shoah in Italia e nei territori italiani. Qui di seguito si può conoscere la storia qualitativa di Isacco Alcanà attraverso una presentazione precisa sul suo percorso e sui documenti originali.

Georg Benjamin. Giustizia e sacrificio
Georg Benjamin (1895-1942) è stato una figura significativa nella storia tedesca. Era un medico e un attivista politico, fratello minore del celebre filosofo Walter Benjamin. La sua importanza risiede piuttosto nel suo impegno politico e sociale e nella sua tragica fine, che lo rende una testimonianza delle persecuzioni naziste. Tuttavia, si può inferire un approccio alla storia dal suo vissuto e dalle sue convinzioni. Georg Benjamin era un medico che dedicò la sua vita al servizio dei meno abbienti. La sua prospettiva sulla storia sarebbe stata intrinsecamente legata alle lotte sociali, alla giustizia e all’emancipazione delle classi oppresse. Per lui la storia non era una mera cronaca di eventi, ma un campo di forze in cui si manifestavano e si dovevano affrontare le ingiustizie. Considerando il contesto storico in cui visse, dominato dall’ascesa del nazismo, il suo modo di “leggere” la storia sarebbe stato profondamente influenzato dalla necessità di resistere all’oppressione e di difendere i diritti umani fondamentali. In questo senso.
La sua fine a Mauthausen
Fu arrestato più volte per la sua opposizione al regime. La sua resistenza ai nazionalsocialisti lo portò a lunghe prigionie. Nel 1942, fu deportato nel campo di concentramento di Mauthausen, in Austria, uno dei campi più brutali del regime nazista. Le condizioni disumane, il lavoro forzato estenuante e le violenze sistematiche portarono alla morte migliaia di prigionieri. Georg fu assassinato il 26 agosto 1942. La sua figura, spesso in ombra rispetto al più celebre fratello Walter, rappresenta un esempio di integrità e resistenza di fronte alla barbarie. Per insegnare la sua storia, si può utilizzare la seguente presentazione per illustrare i momenti chiave prima, durante e dopo la Shoah.

Luigi Sagi. La geografia della Shoah
La storia di Luigi Sagi è una testimonianza toccante e significativa della Shoah, un percorso che lo ha condotto dalla sua città natale, Fiume, fino ad Auschwitz, dal quale è riuscito a tornare. Luigi Sagi fu testimone diretto della liquidazione del “Zigeunerlager” nell’agosto del 1944: quella mattina, dopo la liquidazione degli zingari, capii che cosa fosse lo sterminio, sapevo di essere in un campo di sterminio, ma quella mattina mi resi conto che erano scomparse migliaia di persone in una sola notte“.
Strategie e attività pedagogiche:
- Ausili visivi:
- Mappe storiche di Fiume/Rijeka (prima e dopo la prima guerra mondiale
- Fotografie di Fiume dell’inizio del XX secolo.
- Immagini relative alle leggi razziali.
- Mappe che mostrano i percorsi delle deportazioni dall’Italia ad Auschwitz.
- Gli studenti potrebbero fare ricerche sulla comunità di Fiume/Rijeka prima della Shoah
- Momenti di riflessione:
- Il viaggio di Luigi Sagi
- La storia di suo padre Nicolò
Qui di seguito è stato inserito un percorso geostorico molto interessante che può essere usato e può ispirare la classe nel realizzarne ancora su altre storie qualitative.
