Insegnare la Shoah attraverso le arti performative offre un’opportunità potente e toccante per coinvolgere gli studenti a un livello emotivo e intellettuale più profondo. Invece di affidarsi esclusivamente a narrazioni testuali, le arti performative come il teatro, la danza, la musica e la performance art possono dare vita alle storie individuali e collettive. Questo approccio permette agli studenti di esplorare temi complessi come la perdita, la resilienza, la disumanizzazione e la speranza attraverso l’azione, il movimento, il suono e l’espressione visiva. Attraverso l’interpretazione di ruoli, la creazione di coreografie, la composizione musicale o la realizzazione di performance, gli studenti possono immedesimarsi nelle esperienze delle vittime e dei sopravvissuti, sviluppando un’empatia più profonda e una comprensione più sfumata degli eventi storici.
L’uso delle arti performative nell’educazione sulla Shoah non solo stimola la creatività e il pensiero critico, ma incoraggia anche la riflessione etica e la discussione sulla memoria. Offre uno spazio sicuro trasforma l’apprendimento in un’esperienza più significativa e duratura, promuovendo una consapevolezza più profonda e un impegno attivo contro l’odio.
Il teatro
Whistle. My mother was Mengele’s secretary

Basato su una storia vera, il monodramma semi-autobiografico “Whistle. My mother was Mengele’s secretary” – “Whistle. Mia madre era la segretaria di Mengele'” scritto dal drammaturgo israeliano Ya’akov Buchan, la cui madre era la segretaria del famigerato Dr. Mengele e l’attrice e autrice Hadar Galron, è un romanzo molto acclamato che racconta la storia di un sopravvissuto alla Shoah di seconda generazione. Trama Tammy è l’unica figlia di due sopravvissuti ad Auschwitz. Sua madre era stata per quattro anni la segretaria del Dottor Mengele. Tammy, nata alla fine della guerra, ha avuto una infanzia profondamente influenzata dall’esperienza dei suoi genitori nella Shoah. Questa dimensione ha turbato la sua infanzia e le ha rubato il suo diritto naturale alla felicità. Solo all’età di 45 anni Tammy scopre di non aver mai veramente vissuto né di essere stata amata. Questa sconvolgente rivelazione le giunge attraverso uno sconosciuto, che improvvisamente entra nella sua vita e le apre le porte chiuse della sua anima.
Ma Tammy è capace di amare ed essere amata come sogna, o il buco nero dentro di lei inghiottirà chiunque osi avvicinarsi? L’opera è stata adattata per il palcoscenico ed è stata interpretata da Hadar Galron con la regia di Hanna Vazan-Grunwald.
Ascoltiamo…… per non dimenticare. L’infanzia e la Shoah

La scuola secondaria di I° grado di Oreno -Vimercate (MB) “Don Zeno Saltini” grazie all’impegno della prof.ssa Amelia Schilirò, ha realizzato un recital interpretato dagli alunni del Laboratorio “Shoah” in occasione del 70° anniversario della liberazione del campo di Auschwitz. La locandina è stata realizzata da Simone Calvi.
Gli studenti hanno poi creato loro stessi il copione del recital riportando estratti dai testi scritti da bambini e adolescenti proprio durante la Shoah e dunque non solo una lettura sulla memorialistica ma una sul diretto vissuto. Gli alunni si alternavano sul palco mentre dietro i loro compagni, con una coperta che richiama la divisa dei deportati, leggevano attentamente queste parole così significative.
Arte grafica
Alle attività performative, è stato aggiunto un video realizzato da Simone Calvi in cui è stata narrata, brevemente, la storia della Shoah attraverso una simbologia che si dirama da un filo spinato. Si tratta di un lavoro che potrebbe ispirare gli alunni e studenti più interessati alle arti grafiche.

L’ottimo lavoro svolto dagli alunni e dagli insegnanti è stato riconosciuto anche dalla stampa nazionale e locale. Si riporta, in particolare, l’importanza dell’educazione e formazione sulla storia della Shoah per realizzare progetti di questo livello. L’articolo “La storia di sei bambini vittime del nazismo” precisa che le vite di questi bambini sono state oggetto di ricerca storica degli alunni. Uno dei risultati di questo progetto è stato il riconoscimento da parte del giornale “Quotidiano Nazionale” che ha assegnato il primo premio e il titolo di “Cronisti in classe” alla Scuola secondaria di I° grado “Don Zeno Saltini” di Vimercate.